È quanto emerso nella giornata di mercoledì 11 gennaio a Roma in un incontro negli uffici di Federmaco (Federazione Italiana dei Materiali di Base per le Costruzioni) tra le segreterie nazionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, le Rappresentanze sindacali unite del gruppo, le strutture territoriali sindacali e i rappresentanti di Italcementi.
A Bergamo e in provincia il piano dovrebbe coinvolgere la sede di Italcementi Spa della città, il CTG, il centro tecnico di gruppo, sempre nel capoluogo, lo stabilimento di Calusco e il settore commerciale che fa capo a Bergamo, ma che vede i lavoratori impiegati sul tutto il territorio nazionale.
“All’incontro l’azienda doveva parlarci degli assetti occupazionali per il 2012, questo era all’ordine del giorno” spiegano da Roma Ivan Comotti della Fillea Cgil e Umberto Giudici della Filca Cisl di Bergamo.
“Si è profilata una situazione pesante che prevede un anno di cassa straordinaria per il 2012. L’azienda, dunque, ha intenzione di utilizzare lo strumento della cassa straordinaria per tutto il gruppo. Da parte nostra, abbiamo chiesto che non si utilizzi solo quella ma anche contratti di solidarietà e/o riduzione dell’orario di lavoro, cioè part time”. Il settore è in crisi: a fronte di una capacità produttiva di 50/55 milioni di tonnellate annue dell’intero settore, l’anno 2011 si è chiuso con 31 milioni di tonnellate assorbite dal mercato. Per il 2012 le previsioni parlano di -1%.
“L’azienda stessa - continuano i sindacalisti - ha oggi detto che non si tornerà più ai livelli del 2007, dove si erano assorbite 47 milioni di tonnellate”.
La ristrutturazione del gruppo riguarda non solo l’Italia ma anche Francia, Spagna, Belgio, Egitto e Usa. Per il gruppo oggi lavorano, in totale, 5.000 persone (di cui 2.000 in Italia). Nei prossimi giorni sono previste assemblee sia a Calusco che a Bergamo. Si discuterà del mandato da dare ai sindacati per l’avvio della trattativa con l’azienda.
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1 commento:
i primi a pagare sono smpre gli operai...
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