Le prime tracce dell'esistenza di Carvico rimontano al secolo XII.Per l'esattezza nel 1127 Attone di Calusco d'Adda, paese limitrofo, vendette alcuni beni, posti in parte a Carvico, ai canonici di Sant'Alessandro di Bergamo.Ma un loro vicino, Pasibruco di Carvico, uomo ricco e prepotente, si impadronì di alcuni corsi d'acqua che derivavano dal torrente Grandone e distrusse alcune strade pubbliche.I canonici però gli fecero causa e nel 1160 ottennero ragione presso i consoli di Bergamo.
Un documento dello stesso anno obbligava gli abitanti di Carvico, qualora il sovrano transitasse per la Lombardia, a fornirgli il "fodro", un contributo di foraggio per i cavalli, e a compiere determinati lavori, non solo nel proprio castello, ma anche in quello di Calusco d'Adda, il che lascia intravedere la dipendenza di Carvico dal centro vicino.
A Carvico esisteva inoltre una Chiesa dedicata a S.Martino, dal momento che una pergamena del 1179 testimonia che il Vescovo assegnò ad essa metà delle decime.
Il Castello, di cui si ignora anche la posizione, appartenne ai Benaglio, famiglia bergamasca potente perfino a Lecco.Suo capostipite fu Angilberto, nominato nel 1050 da Arrigo III conte del Sacro Palazzo e di Treviglio.
Quando, verso il 1230, il Comune di Bergamo divise il territorio in quattro squadre, ciascuna per ogni porta della città, Carvico fu assegnata con Calusco a quella di Sant'Alessandro.
Il secolo successivo vide tutta l'Isola tormentata dagli incessanti contrasti tra Guelfi e Ghibellini, per cui anche questo paese patì incendi e saccheggi senza sosta e quel poco che fu risparmiato finì in preda a Giovanni Acuto, un capitano inviato con la sua masnada dal signore di Milano affinché punisse i ribelli.
Finalmente nel 1427 anche Carvico fu occupato dalla Repubblica di Venezia, che instaurò un clima di relativa tranquillità durato fino al 1797.
Ai primi di maggio del 1630 Carvico fu tra i primi Comuni bergamaschi che furono colpiti dalla peste ed immediatamente isolati.Il morbo ridusse gli abitanti, poco più di quattrocento, quasi alla metà.
Il villaggio, situato sulla strada che da Bergamo conduce al porto di Imbersago, sull'Adda, risultava composto di sei casali. Tra questi quello di Piazza, abitato dai conti Medolago Albani, e il casale di Pradossi, dove villeggiavano i conti De Vecchi. Questi, amanti dell'arte, avrebbero ospitato tra il 1647 e il 1649, il celebre pittore Giacomo Cortese, conosciuto come il "Borgognone"perché nativo della Borgogna.
Tra i carvichesi vissuti durante la dominazione veneta è ricordato Ottavio Bolgeni, parroco del paese, per alcuni componimenti drammatici e saggi filosofici tra il giuridico ed il teologico.
Di particolare interesse è la Chiesa Parrocchiale, dedicata al patrono San Martino, esistente come più sopra detto già nel secolo XII.Papa Leone X, con bolla del 16 marzo 1513, ne concesse il giuspatronato alla comunità con l'obbligo di rifabbricarla. Papa Giulio III, il 31 maggio 1554, confermò l'impegno.
La Chiesa, quale apparve a S.Carlo Borromeo nella visita pastorale del 1575, era abbastanza grande ma poco adorna;non vi era neppure un rettore stabile, eletto dalla popolazione.
Completamente rifatta nel 1734, consacrata nel 1740, all'inizio del presente secolo fu allungata e completata all'interno, nel 1930, con stucchi di notevole effetto scenografico.Contiene due pregevoli dipinti:la pala dietro l'altare, raffigurante S. Martino a cavallo nell'atto di dividere con la spada il proprio mantello per darne la metà al mendicante, eseguita dal citato Borgognone, e la Madonna del Rosario, opera di Cristoforo Roncalli che, nato da padre bergamasco alle Pomarance, presso Volterra, è conosciuto come il Pomarancio.
Al centro del paese si trova invece la Chiesina di Santa Maria del Campo che, come risulta in un elenco di Chiese della Diocesi di Bergamo, era già edificata alla fine del duecento.
testo tratto da www.comune.carvico.bg.it