I primi ad accorgersi della visita dei ladri sono stati infatti gli abitanti di un palazzo in via Monte Cervino a Calusco: un condomino, rientrando dal lavoro verso le 20 di martedì 15, si è accorto che la serranda del proprio box era stata rovinata all’altezza delle prese d’aria, in più punti. Una rapida occhiata agli altri box ha permesso di appurare che anche le altre 19 claire portavano la firma della banda, che evidentemente ha agito nel tardo pomeriggio.
I malviventi usano una tecnica collaudata, portando avanti una serie di furti dalla primavera del 2010. I ladri allargano le prese d’aria delle serrande dei box, inserendo poi una piccola telecamera che permette loro di individuare eventuali oggetti di valore. Se decidono di penetrare nel garage praticano un taglio nella lamiera vicino alla maniglia di apertura, inserendo quindi un gancio metallico che permette di sbloccare la serratura dall’interno. I furti si concentrano normalmente su biciclette da corsa e attrezzature sportive, ma nei mesi scorsi sono stati sottratti anche scooter e oggetti di arredamento. Ad ogni modo, anche se i ladri decidono di non rubare nulla dai garage, restano i danni alle serrande, a volte così ingenti da obbligare i padroni di casa a sostituirle.
Di fatto, da via Monte Cervino, i ladri se ne sono andati a mani vuote, ma non prima di aver rovinato tutte e venti le serrande dei box.
La banda ha poi deciso di ripetersi la notte fra mercoledì 16 e giovedì 17, penetrando nel parcheggio sotterraneo di un palazzo in via Verdi e sottraendo due mountain bike. I ladri si sono probabilmente introdotti nel condominio dall’ingresso che dà su via Colleoni, dove il basso cancello carraio può essere agilmente scavalcato: hanno agito in tutta tranquillità, rovinando ben 44 serrande su 46. I malviventi hanno infatti evitato di rovistare nei due box di proprietà del Credito Cooperativo di Inzago, banca che occupa con i suoi uffici il piano terra dell’edificio, sapendo forse che l’istituto ha provveduto a murare l’entrata dei box per utilizzarli come locali privati da cui si accede internamente. Se così fosse, sarebbe confermata l’ipotesi per la quale la banda non agisce casualmente, ma solo dopo aver studiato i movimenti dei proprietari.
I due furti sono stati denunciati ai Carabinieri di Calusco, ma, a causa del ritardo con cui sono state scoperte le effrazioni, i ladri hanno avuto tutto il tempo per dileguarsi e far perdere, ancora una volta, le proprie tracce.
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