I nostri cartelli stradali...
Doveva dircelo il corriere della sera?Nel Far West della Provincia, nel triangolo Calusco d’Adda, Carvico, Terno d’Isola non si capisce bene cosa abbiano fatto la sera prima di installare la segnaletica stradale. Qualcuno non doveva avere le idee particolarmente chiare. E deve aver distribuito i cartelli un po’ come si fa con le carte, per una smazzata a poker. Senza guardare. Venendo in bicicletta da Milano, superato il ponte di Paderno e proseguendo verso Bergamo s’incontra una sequenza di indicazioni da mal di testa. Soprattutto per chi pedala, si suda ogni singolo metro e gradirebbe essere informato in modo corretto. Non tanto per la direzione, che è sempre quella giusta, ma per le distanze. Per poter dare una risposta certa alla domanda che accompagna ogni viaggio: quanto manca? Invece qui si entra in una dimensione spazio temporale di relatività pura. Dove più vai e più hai l’impressione di tornare indietro. Meno vai e più hai l’impressione di andare avanti. Dove il chilometro diventa una grandezza variabile. E Bergamo assume i contorni incerti del miraggio. Una città yo-yo, che nello spazio di quattro chilometri, per sette volte si avvicina, si allontana, si avvicina e si allontana.
Il delirio segnaletico inizia al penultimo rondò in uscita da Calusco d’Adda. In un punto dove la distanza da Bergamo dovrebbe essere (a questo punto il condizionale è d’obbligo) 21,3 chilometri, il cartello ne dà 26. Sembrano tanti. Ma avanti e pedalare. In fondo al rettilineo si vede l’ultima rotatoria del paese. Poche centinaia di metri che il computerino della bici, piuttosto preciso, indica a 280 metri. Si entra nell’anello d’asfalto, si imposta il curvone e alla prima uscita si trova una gradita sorpresa. Per esser sicuri di aver letto bene si rischia un volo. Perché cambia tutto e il pannello metallico fissa il capoluogo in un punto a 17 chilometri da qui. Per essere chiari. In 280 metri la distanza è cambiata di 9 chilometri. Un metro ne vale più di 30. Anche senza doping a queste condizioni un pensierino al Tour de France si può fare. Da Calusco si passa in Comune di Carvico. Cambia l’amministrazione. Non l’anarchia segnaletica.
Dopo 700 metri un nuovo rondò. Bergamo torna ad allontanarsi: adesso è a 20 chilometri. Disteso nella pianura a perdita d’occhio il don Angelo Pedrinelli boulevard è un’istigazione a pedalare. Dopo 1.100 metri, nei pressi di un albergo pavesato a festa con le insegne per la beatificazione di Papa Roncalli, tutto sembra recuperare un barlume di ragionevolezza. I chilometri da 20 sono diventati 19. Forse non saranno proprio 19, ma almeno si ristabilisce un ordine logico. Per cui se vai avanti non torni indietro. Ci siamo. Invece no, non ci siamo. Altri 900 metri e nuovo rondò. Bergamo si avvicina paurosamente. Adesso, stando al segnale, la distanza si sarebbe compressa a 12 chilometri. Altra pedalata. Sullo schermo a cristalli liquidi scorrono 830 metri e al nuovo svincolo lo spazio torna a fare stretching. Entrando in Comune di Terno d’Isola Bergamo si riporta a 13 chilometri. E fatti altri 250 metri, la città dei Mille (ma saranno veramente mille?) allunga ulteriormente. Sulla cancellata di una ditta, davanti all’uscita di via Fermi, un cartello segna 15.
Da lì in poi tutto torna in ordine. Il nero nastro d’asfalto smette di essere una grandezza elastica e riprende a scorrere in armonia con la misurazione del computer. Rimane un interrogativo. Viste le evidenti difficoltà a rapportarsi con numeri e misure, dopo i nomi delle località è forse il caso che anche le distanze vengano espresse in dialetto? Del resto non dobbiamo dimenticare che i numeri sono arabi. [corriere.it]
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