venerdì 11 luglio 2008

NEPPURE L'ANTI-BERLUSCONISMO RISOLLEVA LA SINISTRA

di Gabriele Cazzulini - 10 luglio 2008
da www.ragionpolitica.it

Il fantasma che s'aggira per la sinistra ha finalmente un corpo. L'anti-berlusconismo si è nuovamente materializzato sul palco della rutilante manifestazione contro il premier. Ancora una volta la personalizzazione della politica si distorce in una personalizzazione di ogni male nel corpo di un solo uomo. Che strano: in un evento politico i politici erano una comparsa. I veri protagonisti sono stati la variegata compagnia di satiri e teatranti che hanno sputato veleno all'indirizzo della destra, del governo, della Chiesa.
Una manifestazione politica senza grandi politici e senza grandi temi politici. Scaricare ogni problema su un unico uomo riesce ancora a scaldare gli animi. Ma è una tattica che ha fallito quando Prodi nel 2006 ha occupato il potere. Berlusconi era incapace di nuocere alla sinistra - eppure la sinistra è stata capace di nuocere a se stessa al punto tale da auto-distruggersi. Ora che la sinistra è un cadavere, questa clonazione dell'anti-berlusconismo sembra per un attimo ridarle vita. Sembra quasi ricomporsi l'Unione, con i neo-comunisti, i post-comunisti e i catto-comunisti che gridano in coro contro Berlusconi. C'è il miglior Di Pietro dai tempi del proclama di Tangentopoli, ci sono i comici che fanno ridere della loro miseria e i grandi giornalai in edizione straordinaria. Manca solo Prodi, ma nessuno ne sente la mancanza, oggi come ieri. Però questa rimpatriata rossa è un'illusione che svanisce presto. L'arsura dell'opposizione è forte, ma non basta a cambiare la realtà.
L'anti-berlusconismo di oggi resta l'unico, debole, collante per l'intera sinistra. Però da quest'incollatura si è già staccato il pezzo forte, cioè il Pd. Anche se parlare di Pd al singolare è ormai un errore di grammatica politica, perché il Pd è a sua volta un fragile insieme di frazioni che non producono un'unità, senza il Pd non esiste la sinistra, né il centrosinistra. Veltroni ha applaudito forzatamente alle grida contro Berlusconi dei suoi scomodi alleati. Ma assomigliava a quei credenti che a messa muovono solo le labbra invece di cantare le preghiere. Veltroni ha fatto presenza. Ma il suo disagio, e le immediate scuse per gli insulti al Vaticano, parlano forte dell'ambiguità del Pd verso questa (in)evoluzione della sinistra. Potrebbe anche scattare una reazione d'orgoglio del Pd verso quel promettente progetto di un centrosinistra raccolto in un unico partito sganciato dai cugini comunisti. Però c'è Di Pietro, più potente e prepotente che mai; però c'è questo strato di intellettuali così anti-berlusconiani; però c'è l'umbratile D'Alema. Troppi però stanno bloccando il progetto di Veltroni.
Così la sinistra resta strappata in due parti che non si sopportano: l'anti-berlusconismo come ombrello per raccogliere i frammenti sparsi del centrosinistra e il Pd come fulcro istituzionale della sinistra post-aprile 2008. Alla fine della giornata neppure questo aspro anti-berlusconismo è riuscito a rifondare la sinistra, né al modo di Di Pietro e Bertinotti, né al modo di Veltroni. Se un decimo degli sforzi versati per mettere alla gogna Berlusconi fosse impegnato a definire l'identità del Pd, questo sarebbe uno stimolo vigoroso per rasserenare il clima generale. L'anti-berlusconismo continuerebbe ad esistere, ma sarebbe un fenomeno marginale che non contamina la politica seria. Quelle grida scappate di bocca persino contro Napolitano dovrebbero far tremare le ginocchia. Forse la paura di indebolire ulteriormente il Pd con una stagione congressuale all'insegna di veleni e pugnali frena il dissenso. Ma nessun dirigente del Pd osa sfiorare l'argomento del congresso - come diceva Don Abbondio, il coraggio uno non se lo può dare. Forse ci vorrà un'altra batosta elettorale?

Gabriele Cazzulini
cazzulini@ragionpolitica.it

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