Le indagini hanno dimostrato che l’arrestato cercava quotidianamente il contatto con il giovane amico mediante decine di sms e chiamate al suo cellulare, tanto da averlo costretto a cambiare più volte numero del telefonino. In una occasione recente, l'ossessività di questo tentativo di ricostruire il rapporto lo aveva portato al punto di appiccare un incendio nella casa col chiaro intento di dimostrare fino a dove poteva spingersi. Tali episodi di persecuzione sono culminati l’altra sera quando il trentenne, notando la macchina dell’ex amico parcheggiata sotto casa, e non ricevendo la risposta del suo incessante suonare al citofono, ha lanciato un flessibile (nella foto) contro il vetro della camera da letto riuscendo a ferire, fortunatamente in maniera non grave, l’ex amico e sua madre 51enne, rimasti graffiati dalle schegge del vetro infranto. E’ una delle prime applicazione della legge contro gli atti persecutori in cui la relazione affettiva risulta essere un’amicizia. Il trentenne è stato portato in carcere: l'arresto è stato convalidato, ma il giudice ha disposto la scarcerazione con divieto di recarsi a Villa d'Adda.
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