martedì 7 dicembre 2010

IL CASO YARA E IL FALLIMENTO DELLA "CACCIA AL MAROCCHINO"

Riportiamo, di seguito, un interessante articolo pubblicato in data odierna da Bergamonews (www.bergamonews.it), sulla vicenda di Yara Gambirasio ed alcuni episodi d'intolleranza razziale inadeguatemente sorti dopo il fermo di Mohammed Fikri, il giovane marocchino poi rilasciato su indicazione del Gip.

Le ultime parole famose. Appena trapelata la notizia del fermo del giovane operaio nordafricano Mohammed Fikri c’è stata la corsa a spararla grossa, a cercare di incanalare la rabbia della gente in direzione xenofoba. Il coretto si è levato subito: colpa dell’uomo nero, in tutti i sensi. E’ stato lui, il marocchino. Senza nome né cognome: il Marocchino. Identificato il mostro, l’equazione è stata facile e immediata: sono tutti come lui, non se ne può più, devono pagare. Quindi, ecco i primi cartelli: “Marocchini fuori da Bergamo”. E poi un minaccioso “Occhio per occhio, dente per dente”, ricercato richiamo alla legge del taglione. Il tam tam della vendetta tribale contro i “nigher” si è diffuso in fretta, raggiungendo le orecchie dei leghisti meno illuminati. Mario Borghezio, e chi altri, non si è fatto pregare: “Bisogna raccogliere le impronte digitali di tutti perché quanto accaduto in questi giorni dimostra la necessità di introdurre un'aggravante per i reati commessi dai clandestini". Un assist troppo facile per i duri del Carroccio, cui non sembrava vero di additare alla piazza un’intera etnia, con tanti saluti al principio secondo cui la responsabilità penale è personale. Cosa volete che sia, sottigliezze giuridiche. E l’interrogatorio del giudice? Superfluo. Il tribunale dell’intolleranza aveva già emesso il suo verdetto: colpevole senza alcun dubbio. Ci ha pensato il presidente dei Volontari Verdi Efrem Belussi a sottolineare per bene il concetto. Con ruvida sintesi, aveva sentenziato: “Questi stranieri ci stuprano, è ora di tirare fuori i denti”. Vale la pena ricordare il curriculum del personaggio, denunciato dalla procura di Venezia per un pestaggio ai danni di due poveri camerieri stranieri durante un raduno padano di un anno e mezzo fa.
La scarcerazione di Fikri costringe purtroppo a rimangiarsi tutto. Per pudore servirebbe un dietrofront, l’ammissione di essere stati perlomeno superficiali e precipitosi. Invece qualcuno insiste e tiene duro. Vedi mai che alla fine il Marocchino c'entri davvero. “Fikri libero? Meglio così – concede il leghista Matteo Salvini - però l'equazione clandestino - alto tasso di criminalità la confermano la questura e il numero di stranieri nelle carceri, con buona pace del cardinale Tettamanzi”. Che si era permesso di dire: “Non tutti gli stranieri sono delinquenti”.
Per fortuna la gente si è rivelata più saggia di alcuni pseudopolitici e non ha cavalcato l’onda demagogico-becero-razzista. Ispirati dalla saggezza di Diego Locatelli, i cittadini di Brembate Sopra non hanno mosso un dito verso i loro compaesani stranieri. “Non siamo abituati a giudicare prima del tempo su cose che non conosciamo” aveva ammonito il sindaco, spegnendo sul nascere le derive di intolleranza e, diciamolo pure, di ignoranza. Proprio nel momento più duro e drammatico, i brembatesi hanno saputo dare una lezione di civiltà, resistendo alla facile tentazione di indossare il grembiulino del Ku Klux Klan. Chi ha parlato a sproposito se ne faccia una ragione. Per l'apertura della stagione di caccia al Marocchino dovranno attendere ancora un po'.

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