Polemica a Calusco d’Adda sul Distretto diffuso del commercio “Isola Bergamasca”. Diversi commercianti hanno segnalato dei disguidi nella ricezione delle comunicazioni inviate dal Comune, sostenendo di rimanere spesso all’oscuro delle iniziative del Distretto: inviti per le riunioni non ricevuti o ricevuti in ritardo, ma anche informazioni poco chiare ottenute telefonando in municipio. L’Amministrazione del sindaco Roberto Colleoni, dal canto suo, sostiene di fare tutto il possibile per coinvolgere i commercianti caluschesi: lettere e mail vengono spedite agli interessati con il dovuto anticipo, e gli incontri di sensibilizzazione e formazione vengono pubblicizzati sul sito internet del comune. Resta il fatto che alcuni negozianti non hanno partecipato neppure all’ultima riunione del Distretto, tenutasi nel novembre scorso, per il semplice fatto di ignorare che la riunione fosse stata indetta.
La nascita del Distretto
Per capire a fondo la questione bisogna fare un passo indietro, fino all’estate 2009. In quei mesi, Calusco ha aderito (assieme ai comuni di Carvico, Sotto il Monte e Villa d’Adda) al Distretto diffuso del commercio intercomunale Isola Bergamasca. La Lombardia aveva infatti pubblicato il secondo bando per l’accesso ai fondi regionali destinati alla rivitalizzazione del commercio locale, soldi destinati a comuni e commercianti per migliorare arredi urbani e negozi. I lavori finanziabili dalla Regione erano quelli che interessavano il decoro del territorio: per i negozi, rifacimenti e restauri di vetrine e facciate; per i comuni, migliorie negli arredi pubblici.
Ma alla riunione del 9 luglio 2009, tenutasi nella sala consigliare di Calusco con lo scopo di presentare le possibilità offerte dal Distretto, avevano partecipato solo 7 commercianti. Al progetto avevano quindi deciso di partecipare 6 esercenti: un numero persino inferiore agli 8 di Carvico, comune che ha un numero di negozi molto più piccolo rispetto a Calusco.
Nell’ottobre dello stesso anno la Regione ha comunque deciso di finanziare con 420mila euro i progetti presentati dal Distretto dell’Isola, destinando 240mila ai commercianti. Questi fondi sarebbero serviti per coprire al 40% le spese di ristrutturazione sostenute dai privati.
La polemica
A causa della crisi economica degli ultimi mesi, però, alcuni commercianti caluschesi del Distretto hanno preferito non eseguire i lavori di ristrutturazione, rinunciando così al contributo regionale. L’Amministrazione caluschese si è quindi ritrovata con 113mila euro da riassegnare. Per questo motivo ha indetto una riunione per il 15 novembre scorso, nel cui invito veniva specificata “la possibilità di accedere ad ulteriori contributi regionali resi disponibili dal Distretto”: i fondi riassegnati potranno coprire fino al 50% le spese dei privati.
Alcuni commercianti del centro cittadino non hanno però ricevuto la comunicazione, mentre altri l’hanno ricevuta solo a fine mese. Questi sono quindi rimasti (nuovamente) esclusi dai progetti del Distretto, e hanno espresso tutto il loro rammarico per una situazione che non sembra migliorare. Da qui l’idea di chiedere al Comune l’invio delle lettere tramite raccomandata, così da assicurarne la ricezione.
Le soluzioni
Il sindaco Colleoni ha affermato che il Comune è al corrente di questi problemi: “Durante le riunioni dell’ultimo anno ci sono state delle lamentele a riguardo. Ora si tratta di lavorare assieme per risolverli una volta per tutte. I problemi postali non possono certo essere imputati al Comune, ma chiederò comunque ai miei assessori di impegnarsi ancora di più affinché episodi del genere non si ripetano”. La proposta delle raccomandate non è però attuabile: il Comune è sottoposto al patto di stabilità e non può permettersi simili spese. Il sindaco punta su altri mezzi, come quelli telematici (“Nel 2010 le e-mail costituiscono il mezzo più sicuro e veloce per comunicare”), ma, soprattutto, invita i commercianti interessati ad attivarsi e a recarsi direttamente in comune: “L’Amministrazione può impegnarsi a migliorare, a patto che dall’altra parte ci sia voglia di collaborare” ha sottolineato Colleoni, che ha concluso: “I soldi da riassegnare sono soldi dei commercianti: il Comune si è battuto per ottenerli, e ora sarebbe bello vederli utilizzati nel migliore dei modi”.
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