giovedì 19 giugno 2008

ENTI LOCALI: MENO TASSE E PIU' RISPARMI

di Andrea Camaiora - 17 giugno 2008
tratto da www.ragionpolitica.it

Una serie di notizie confortanti giungono dal governo. I ministri Giulio Tremonti e Renato Brunetta ci hanno regalato un paio di mosse veramente di alta classe. L'operazione trasparenza di Brunetta dalle prime pagine dei giornali è rimbalzata sulle centinaia di pagine locali, confermando ai cittadini che gli Enti locali, nella stragrande maggioranza dei casi amministrati dalla sinistra, buttano via risorse ingenti in spese superflue. Dal canto suo il ministro dell'Economia ha dato notizia di una manovra triennale anti deficit nella quale vengono stabiliti tagli agli Enti locali per 9 miliardi (3,4 nel 2009, 5,2 nel 2010 e 9,2 nel 2011). Intanto, nei giorni scorsi, Tremonti aveva perfezionato nel miglior modo possibile il decreto di abolizione dell'Ici. Conscio dei rischi cui poteva andare incontro, ha compiuto la scelta più sensata: il decreto, infatti, impone il blocco generalizzato dei tributi degli Enti locali. E' scontato che tale blocco scatterà nel 2009, visto che i Comuni hanno già approvato i bilanci o stanno per farlo. Riguarderà Irpef regionali e locali, Irap e Ici e, speriamo, anche la tassa sui rifiuti.
Come ampiamente previsto, gli Enti locali amministrati dalla sinistra hanno aperto il fuoco, supportati anche dal Partito Democratico, che attraverso il suo responsabile nazionale Enti locali ha definito «a rischio» i servizi per i cittadini. Il dirigente del Pd ha anche aggiunto che «in riferimento all'anno 2008 la cifra di copertura del taglio dell'Ici non sembra contenere tutte le risorse che verrebbero meno nei bilanci dei Comuni». Ci vuole un bel coraggio! Non bisogna dimenticare infatti che il governo Prodi, nella Finanziaria 2008, decise una riduzione dell'imposta sugli immobili dell'1,33 per mille al 40% di prime case degli italiani che produsse un vero e proprio buco nelle casse dello Stato.
Con la sua scelta, operativa già da giugno, Tremonti sistema i guai causati da Padoa-Schioppa e mantiene da subito uno degli impegni presi con gli elettori. Il decreto esclude dall'abolizione le categorie catastali riferite agli immobili di particolare pregio quali A1, A8 e A9, ma include tipologie di grande interesse come gli immobili di cooperative edilizie a proprietà indivisa adibiti ad abitazione principale dai soci assegnatari, ex case coniugali assegnate al coniuge separato o divorziato e agli immobili Iacp regolarmente assegnati. Includendo quest'ultima tipologia il governo ha liberato le aziende regionali preposte all'edilizia popolare da una tassa ingiusta e ha così indirettamente aperto la strada all'utilizzo di queste risorse, finora impegnate per il pagamento di questa imposta, per nuovi investimenti.
Ma vediamo le reazioni suscitate dal punto forte del decreto, il blocco delle imposte per Regioni, Province e Comuni: se, da una parte, particolare apprezzamento è stato espresso da Confedilizia, che con il presidente Corrado Sforza Fogliani ha detto che «l'abolizione dell'Ici sulla prima casa e il blocco degli aumenti dei tributi locali non possono non essere apprezzate e sono un segnale forte contro l'assioma indimostrato che le spese locali siano sempre e comunque insopprimibili», dall'altra un'inviperita Mercedes Bresso ha dichiarato che «il blocco delle imposte significa azzeramento di ogni possibilità di manovra fiscale per gli Enti locali... La decisione viola un diritto ed è illegittima. Il governo - ha concluso la presidente della Regione Piemonte - non può congelare tutte le imposte percepite dalle Regioni senza convocare una conferenza unificata». Parallelamente sulla stampa, senza troppo clamore, si cerca di far passare due concetti. Primo: il provvedimento Ici non serve a molto; secondo: ne beneficeranno anche i ricchi («L'Italia senza case di lusso» e «Comuni con le casse vuote» ha titolato Il Corriere della Sera venerdì scorso).
I grandi giornali evitano però di toccare le questioni vere. Quali sono? Semplice: anzitutto è necessario capire quali criteri saranno individuati per i rimborsi nella Conferenza Stato-Città, visto che il punto resta quello di definire il nuovo patto di stabilità interno. Inoltre nessuno si è interrogato sull'effettiva applicazione dell'Ici, che, secondo il decreto, seguirà quanto prescritto dai regolamenti comunali (in realtà anche dalle delibere consiliari inerenti, pur se non recepite nel regolamento): una recente nota dell'Ifel (Istituto per la finanza e l'economia locale) ha chiarito che smetteranno di pagare anche le abitazioni per le quali i Comuni prevedono soltanto l'aliquota agevolata e non la detrazione. Infine, sempre per restare al concreto, il centro studi di Confindustria ha stimato che l'abolizione dell'Ici produrrà un impatto decisamente positivo sui consumi degli italiani. L'abolizione dell'Ici sulla prima casa e - lo ricordiamo - sulle relative pertinenze quali garage, cantine e soffitte, è possibile grazie ad una riduzione della spesa corrente. Ed è questo ciò che più conta nell'operazione ideata dal ministro Tremonti.
E' questo che va spiegato agli italiani: il governo abolisce l'Ici (secondo gli ultimi calcoli il contributo compensativo ai Comuni non ammonta più a 2,6 miliardi ma «solo» a 2,5), evita che gli Enti locali aumentino l'imposizione tributaria ai cittadini e per finanziare l'operazione stringe la cinghia e finalmente chiede che anche Comuni, Province e Regioni facciano la propria parte. Si vada a spiegare questo nelle aule consiliari degli 8.101 Comuni italiani, si vada a dire questo agli incontri con la gente, alle assemblee condominiali, al bar, sul lavoro. Il governo hanno mantenuto l'impegno. Alla grande.

Andrea Camaiora

7 commenti:

Anonimo ha detto...

di nuovo...non concordo.

Anonimo ha detto...

La riduzione della tassazione è un bene!!!

Anonimo ha detto...

di nuovo...non concordo.

Anonimo ha detto...

E' da alcuni giorni che passo di qua, mi sorge spontanea una domana: "Come mai i commenti sono tutti anonimi? ". Grazie dell'attenzione
Maria Claudia

CARVICOBLOG ha detto...

La possibilità di esprimere un'opinione in anonimato garantisce, a nostro parere, una maggior libertà d'espressione.
Grazie...E continua a visitarci.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Maria Claudia, caro amministratore, postando commenti anonimi si dimostra maleducazione e poco rispetto per l'interlocutore, che se volesse rispondere non ne avrebbe modo, se non con frasi del tipo: "per il secodo/terzo/quarto messaggio etc..
che è proprio brutto... inoltre si può diffamare impunemente...
non mi piace proprio.

Basta un nick, così tanto per sapere che Tizio non è Caio...

Poi, ripeto: fate vobis.

Anonimo ha detto...

ops...
appunto

La Pulce Teoretica