Non solo. Il gup Viti ha anche trasmesso gli atti al pm perché valuti la posizione del gestore del locale, un marocchino che aveva parzialmente ritrattato le sue dichiarazioni: l'uomo inizialmente aveva infatti raccontato che dalla cassa dopo il raid erano spariti 1.200 euro, mentre più avanti aveva detto di aver ritrovato i soldi e che, dunque, gli aggressori non si erano resi responsabili della rapina.Retromarcia che non è servita a nulla, perché i tre marocchini ieri sono stati comunque condannati per questo reato, oltre che per danneggiamento, lesioni e porto abusivo di sciabola (che era stata ritrovata dopo il raid, a differenza della spranga mai rinvenuta). L'assalto era avvenuto la notte fra il 29 e il 30 marzo del 2006 al pub Sahara di via Mazzini a Calusco d'Adda. I tre avevano fatto irruzione armati di sciabola e spranga danneggiando il locale e provocando lesioni a due clienti presenti. Per l'accusa avrebbero fatto sparire anche i 1.200 euro dell'incasso della serata. Secondo le ricostruzioni, i tre marocchini sarebbero entrati nel locale verso le 4 e avrebbero intimato al titolare, loro connazionale, di consegnare l'incasso, altrimenti gli avrebbero sfasciato il locale. Il titolare si era rifiutato di consegnare i soldi e i tre si erano allontanati: poco dopo però, stando sempre alle ricostruzioni, erano tornati nel locale con una spranga e una sciabola. Con le quali avevano cominciato a sferrare colpi all'impazzata, danneggiando il locale e ferendo due clienti (anch'essi marocchini, erano stati medicati in ospedale e dimessi con una prognosi di dieci giorni). Prima di fuggire i tre avrebbero preso dalla cassa 1.200 euro. Il titolare, dopo aver denunciato la rapina, aveva ritrattato dicendo di aver ritrovato i soldi. Ora rischia di finire sotto inchiesta per falsa testimonianza.
testo tratto da
www.eco.bg.it
(06/06/2008)
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