Università italiana maglia nera in Europa: tasse alte e pochi laureati
Fanalino di coda in Europa. Nonostante i passi avanti, l’Italia è l’ultimo Paese dell’Unione per numero di laureati. Nella fascia fra i 30 e i 34 anni solo il 22,4% ha conseguito il titolo di «dottore», contro una media Ue del 36,8% (dati Eurostat). Davanti a noi anche la Romania (22,8%), la Croazia (25,6%) e Malta (26%). Maglia nera d’Europa quanto a capacità di sfornare laureati, i nostri atenei primeggiano invece nello scaricare i costi dell’istruzione terziaria sugli studenti e sulle loro famiglie. L’università italiana è tra le più care d’Europa: le rette si aggirano in media attorno ai mille euro negli atenei pubblici. Nella classifica Ocse risultano più alte soltanto in Inghilterra e Olanda, ma a fronte di borse di studio per la maggior parte degli iscritti, mentre da noi i fondi per il diritto allo studio non arrivano nemmeno al 20% degli studenti. In Francia, Spagna, Belgio e Austria le tasse sono in media più basse delle nostre. Ma il vero paradiso universitario è nei Paesi scandinavi, dove gli studenti non pagano nulla (ad eccezione di quelli extra Ue che da due anni sono tenuti a versare delle quote). In Danimarca e Svezia chiunque si voglia laureare ha diritto, anzi, a una borsa di studio da 900 euro al mese: uno stipendio. E alcuni dei 52 atenei svedesi figurano nella top 100 delle migliori università del mondo (per esempio il Karolinska Institute di Stoccolma, l’Uppsala Universitet e la Stockholms Universitet)! A costo zero sono anche le università di Repubblica Ceca, Ungheria, Cipro, Malta e Grecia. [corriere.it]
Nessun commento:
Posta un commento